domenica 27 febbraio 2011

Ippocrate: medicina e cucina

La cucina, l'alimentazione, è tanto oggi quanto in passato strettamente intrecciata con la medicina e la salute. In europa oggi c'è grande attenzione all' alimentazione, perché in assenza di una dieta equilibrata e moderata si rischiano importanti malattie come il diabete, l'ipertensione e l'obesità. In passato invece tale mancanza d'equilibrio, sia nella popolazione povera, sia in quella ricca, portava a quadri acuti come da carenza di vitamine e nutrienti. Inoltre, ancor oggi, la maggioranza dei disturbi lamentati dai pazienti in medicina generale è strettamente riconducibile all' apparato gastroenterico, disturbi che, come insegna Axel Munthe, cambiano nome ma rimangono sostanzialmente immutati nel corso dei secoli. E' quindi molto interessante e valido ritrovare, anche nel mondo classico, precetti cucinari volti ad evitare i più disparati disturbi alimentari oppure a guarire, o anche a prevenire. Sfogliando il libro La cucina del mondo classico di Gianni Race (edizioni scientifiche italiane) nella ricerca di fonti culinarie del mondo classico (purtroppo solo radi indizi e mai un vero ricettario del mondo classico ci è stato tramandato, che comunque risulterebbe essere difficilmente intellegibile per la diversità del gusto, del sapore, dei prodotti che ci separano) siamo quindi incappati in alcuni suggerimenti del grande maestro Ippocrate estremamente pertinenti con le nostre pubblicazioni.





SE SI PRENDE LA PLEURESIA


"allorché la febbre lo lasci andare, sorbisca per due giorni il miglio, per due volte al giorno mangi bietole dal gusto più dolce. poi dopo di ciò fatto un piccione o un pollo ben bollito ne sorbisca il brodo e carni ne consumi poche. per il resto del tempo, per quanto egli particolarmente è tenuto dalla malattia, faccia colazione col miglio e a sera usi alimenti della minore quantità ed i più emollienti possibile"

(sulle malattie, II, A, 44)


(malattia) livida

....e far bere alla stagione latticello e latte di asina ed usare alimenti più emollienti possibile, e freddi, astenendosi da quelli agri e salati; usi alimenti più oleosi, dolci e grassi...

(sulle malattie, II, A, 71)


infiammazione bianca

...usare come alimenti pane di farina pura, bietole, scorfani bolliti, pesci cartilaginosi e carni di montone tritate, bollite: brodo il meno possibile e tutti quanti freddi e non dolci né oleosi, ma tritati e acuti ed agri, eccetto aglio e cipolla o porro; origano o santoreggia mangiarne molto e berci sopra vino generoso e camminare prima del pasto...

(sulle malattie, II, A, 71).


L' EVOLUZIONE DELL' ALIMENTAZIONE, DALLE ERBE AL PANE


"e andando ancora più indietro, io ritengo che non sarebbe stato scoperto neppure il regime dei sani e la loro alimentazione, quella a cui ora ricorrono, se fosse stato adeguato, per l'uomo, il medesimo mangiare e bere del bue, del cavallo e di tutti gli animali fuor che l'uomo, quali i prodotti diretti della terra, frutti, frasche ed erba.

con questi bici in effetti gli animali si alimentano e si sviluppano e vivono senza penarne e senza avere affatto bisogno di un altro regime. e per l' appunto credo, per parte mia, che almeno in principio anche l'uomo abbia fatto ricorso ad un' alimentazione di tal genere; ed il suo regime di ora, che è stato scoperto ed elaborato artificialmente, mi sembra che si sia prodotto in un lungo tempo. Molte e terribili sofferenze essi riportavano da un regime forte e bestiale con l'ingestione di sostanze crude, intemperate e dotate di grandi poteri, sofferenze quali appunto anche ora riporterebbero da queste sostanze incorrendo in forti pene e malattie e, ben presto, in morte.

Certamente, è evidente che allora fossero minori queste sofferenze per via dell' abitudine - ma forti anche allora - ed è evidente che la grandissima parte degli uomini, dotati di una natura più debole, perissero, ed invece quelli che erano più prestanti resistessero per più tempo; come anche ora gli uni facilmente riescono a liberarsi dei cibi forti, mentre altri solo con molte pene e malanni. spinti allora da questa necessità a me sembra che anche costoro ricercarono un' alimentazione adatta alla loro natura e così scoprirono quella a cui ora facciamo ricorso.

E dunque dal grano, sottoposto al macero e alla mondatura, macinatolo e setacciatolo, con l'impasto e la cottura, arrivarono a produrre il pane, e dall' orzo la focaccia; e molte altre lavorazioni effettuarono riguardo all'alimentazione: bollirono, cossero, mescolarono e temperarono le sostanze forti ed intemperate con quelle più deboli, conformandole tutte alla natura ed al potere dell' uomo."

(Sull'antica medicina, 3)



IPPOCRATE 1991, Testi di medicina greca, traduzione di A. Lami, Rizzoli - Milano.