lunedì 20 settembre 2010

Fonti di Erodoto (I)

Lo storico Erodoto 484 - 425 a.C. è, assieme a Tucidide e Senofonte, tra i maggiori storici dell' età classica dell' antica Grecia. La narrazione di Erodoto, pur proponendosi spesso di raccontare avvenimenti rilevanti dal punto di vista storico, come le guerre Persiane o altri avvicendamenti politici, in realtà si distingue da quella dei suoi contemporanei (e del resto da quella della maggior parte di altri storici) per la capacità di cogliere nella narrazione il momento per lunghe digressioni per raccontare usi, costumi, credenze ed episodi caratteristici dei popoli protagonisti. Così è soprattutto tramite Erodoto che abbiamo uno spaccato, anche della vita quotidiana, di molti popoli che altrimenti avremmo difficoltà ad immaginare, e così è grazie a lui che possiamo conoscere aneddoti sull' attività medica, sulla conoscenza dell' arte e sulla sua reputazione in mondi altrimenti perduti. L' unico problema, per noi, è che Erodoto non è stato accurato come altri nel ricercare l'affidabilità delle fonti: così, affianco a dettagliate e correttissime descrizioni dell'arte imbalsamatoria presso gli antichi egizi, abbiamo storie di cure "miracolose" o altre poco verosimili, in cui si è dato più spazio alla narrazione ed alla fantasia che aderenza alla realtà. Ciò nonostante rimane l'opera di Erodoto di massimo rilievo per chi, come noi, è molto curioso di conoscere la nostra attività nel passato, le conoscenze igieniche ed i farmaci dell'epoca. Qui è stato raccolta dall' opera maggiore, LE STORIE, una serie di brani in cui compare l'arte medica.

medici di babilonia

"un altro saggio consumo della Babilonia è di portare i malati fuori di casa, in piazza, dal momento che non esistono medici. I passanti si avvicinano all'infermo e gli dànno consiglio per la sua malattia o perché ne hanno sofferto essi stessi o perché hanno conosciuto qualcuno che ne soffriva. non è lecito passare accanto a un malato senza chiedergli di che male è affetto.


igiene tra gli egiziani

"gli egiziani sono i più osservanti, fra tutti i popoli, in materia di religione, ed ecco alcune norme da essi seguite: bevono in tazze di bronzo, che puliscono ogni giorno, tutti, senza esclusione alcuna. vestono abiti di lino, sempre lavati di fresco, e in questo sono scrupolosissimi. praticano la circoncisione per ragioni di pulizia, e preferiscono essere puliti che belli. i sacerdoti si radono tutto il corpo ogni due giorni, per timore che i pidocchi o altri insetti immondi contaminino coloro che servono la divinità: e indossano solo una veste di lino e calzari di papiro, né sarebbe loro lecito usare altra veste o altra calzatura. si lavano due volte al giorno con acqua fredda e due volte durante la notte, e si costringono a una infinità di altre pratiche. godono però anche di non pochi vantaggi; per esempio non consumano né spendono nulla del proprio, perché vivono di cibi preparati con cereali sacri, e ognuno di loro ogni giorno dispone di molta carne di bue e di oca, senza contare che viene distribuito loro vino d'uva. in egitto non si seminano fave e, se ne nascono spontaneamente, non vengono mangiate né crude né cotte: i sacerdoti poi non ne tollerano nemmeno la vista, ritenendole un legume immondo. non esiste un unico sacerdote per ogni dio, ma molti, di cui uno esercita la funzione di capo e, quando muore, gli succede nell'ufficio il figlio.


la fenice

"ma c'é un altro uccello sacro in egitto, che si chiama fenice. Io non l'ho visto se non dipinto: infatti esso appare in egitto molto raramente; a quanto dicono gli eliopolitani, ogni cinquecento anni, quando gli muore il padre. Se le pitture sono fedeli, questo è l' aspetto e queste le dimensioni della fenice: ha le penne parte d'oro, parte rosse, ed è simile per grandezza all' aquila. Dicono che essa compia cose meravigliose, che a me non sembrano credibili. Dicono cioè che, partita dall' Arabia, trasporta il corpo del proprio padre nel tempo del Sole, avvolto nella mirra, e qui lo seppellisce. E lo trasporterebbe in questo modo: prima fa con la mirra un grosso uovo e vi introduce il padre, poi con altra mirra tappa il buco fatto nell' uovo, in modo che, introdotto il cadavere, il peso sia lo stesso, e infine, così spalmatolo di mirra al di fuori, trasporta l'uovo con dentro il corpo in Egitto, nel tempio del Sole. Così farebbe dunque la fenice, a quanto dicono.


ancora salute tra gli egiziani

"..gli egiziani, quelli almeno che abitano la parte coltivata del paese, pongono, più di qualsiasi altro popolo, grande studio nel serbare il ricordo delle cose passate e per questo sono gli uomini più dotti che io abbia mai incontrato. ecco qual è il loro sistema di vita: si purgano tre giorni di seguito al mese e si conservano la salute con emetici e enteroclismi, poiché ritengono che tutte le malattie degli uomini abbiano origine dai cibi ingeriti. gli egiziani sono, dopo i libici, gli uomini più sani del mondo , e credo che cioò sia in grazia del loro clima, che non conosce mutamenti di stagione; infatti è proprio dal cambiamento di stagione che derivano di solito alla gente la maggior parte delle malattie. mangiano pane fatto di spelta, che chiamano "chillesti", bevono vino d'orzo, perché non hanno vigneti nel loro paese. dei pesci alcuni li mangiano crudi, dopo averli fatti seccare al sole, altri conservati in salamoia. degli uccelli mangiano crude, condite con sale, le quaglie, le anatre e gli uccelli piccoli; gli altri, pesci o uccelli, tranne quelli considerati sacri, li mangiano cotti a lesso o arrostiti.


medicina in egitto

"la medicina è ripartita in modo che vi è un medico per ogni genere di malattia, sicché tutto l'egitto è pieno di specialisti: ve ne sono per gli occhi, per la testa, per i denti, per il ventre e infine per le malattie d'origine incerta.


il cadavere a imbalsamare

"Vi sono persone preposte particolarmente a questa arte, le quali, quando viene portato loro un cadavere, mostrano a coloro che lo portano modelli in legno di cadaveri, dipinti al naturale, e dicono loro che perfetta fra tutte è l'imbalsamazione che riproduce quella cui fu sottoposto colui che stimerei sacrilegio nominare a questo proposito (Osiride, la cui imbalsamazione fu eseguita dal dio Anubi): mostrano poi loro un modello del secondo tipo di imbalsamazione, meno perfetto del precedente e di minor prezzo, e infine ne mostrano un terzo, che costa meno dei precedenti. Dopo di che chiedono ai parenti quale vogliono per il loro morto. Questi, accordatisi sul modello e sul prezzo, se ne vanno e gli imbalsamatori nel loro stesso laboratorio procedono all' operazione in modo accuratissimo. Prima con un ferro ricurvo estraggono attraverso le narici il cervello o, meglio, in parte lo estraggono, in parte lo dissolvono, versandovi sopra delle droghe. Poi con una pietra etiopica (forse un coltello di ossidiana) acuminata fanno un' incisione lungo l'addome, da cui estraggono tutti i visceri; purificano la cavità svuotata con vino di palma e poi ancora con aromi in polvere. Dopo di che lo riempiono di mirra pura tritata, di cannella e di altre spezie, incenso escluso, e infine ricuciono. Fatto questo, impregnano il morto di sodio puro, lasciandovelo immerso per settanta giorni; lavato il cadavere, lo avvolgono in fasce tagliate da un drappo di bisso e spalmate di quella gomma che gli egiziani usano in luogo della colla. Allora i parenti i riprendono il morto, gli fanno fare una cassa di legno dalla sagoma umana e ve lo ripongono: chiusa la cassa, la collocano nella tomba di famiglia, ritta contro una parete. Questo è il sistema di imbalsamazione più costoso.

Con coloro invece che hanno scelto il sistema intermedio, per evitare una spesa troppo forte, si comportano come segue: preparati degli enteroclismi, riempiono il ventre del morto di olio di cedro, senza inciderlo e senza estrargli le viscere, ma iniettando il liquido dal basso e impedendo che esca dall' orificio da cui è entrato. Poi mettono il cadavere nel sale per il numero di giorni prescritto. (cioè 70) L'ultimo giorno estraggono dalla cavità del ventre l'olio di cedro, che vi avevano introdotto ed esso è di tale potenza, che trascina fuori con sé gli intestini e gli altri visceri ormai macerati: le carni, invece, vengono dissolte dall' olio, e del corpo rimangono solo la pelle e le ossa. Fatto questo, riconsegnano senz' altro il cadavere a quelli che lo avevano affidato loro.

Il terzo sistema, che è praticato coi poveri, consiste nel pulire l'intestino con un enteroclisma e impregnare il corpo di sale per i settanta giorni stabiliti, dopo di che esso viene riconsegnato ai parenti perché se lo portino via.

Le mogli degli uomini importanti non vengono consegnate, appena morte, all'imbalsamatore, e neppure le donne di bellezza considerevole o di grande fama: la consegna avviene dopo tre o quattro giorni. E così si fa, perché gli addetti all' operazione non abusino del cadavere: dicono infatti che una volta uno di costoro fu sorpreso, su denuncia di un compagno di lavoro, mentre si univa carnalmente con il cadavere di una donna appena morta."


zanzariere

"Contro le zanzare numerosissime, quelli che abitano a nord delle paludi, hanno escogitato il sistema di andare a dormire in cima a certe loro torri: infatti le zanzare, causa i venti, non riescono a volare molto in alto. Quelli invece che abitano nella zona paludosa, hanno trovato altri mezzi di difesa invece delle torri. Ognuno di loro è in possesso di una rete, colla quale di giorno prende i pesci e di notte vi avviluppa il letto dove dorme; dopo di che vi si introduce, e così riesce a dormire, da essa protetto. Le zanzare, se si dorme avvolti in un mantello o in un lenzuolo, mordono attraverso il tessuto: invece attraverso la rete non ci si provano nemmeno."


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