Dopo aver parlato del grande buio medievale, per l'arte e soprattutto per la scienza medica, in quest' articolo affrontiamo la rinascita delle arti e degli studi, della scienza, che avvenne in Europa nel Cinquecento, e che in Medicina ebbe la veste principale in Vesalio: egli è l'autore di DE HUMANI CORPORIS FABRICA, il primo trattato completo e corretto di Anatomia della storia, nonché autentica opera d'arte per i bellissimi disegni del corpo umano. Il contenuto rivoluzionario dell' opera va attualizzato nell'epoca; in tutto il medioevo, sia nel mondo cristiano che in quello arabo ed ebreo, sia ai tempi della medicina monastica che nella scuola di Salerno che nelle Università, né la scienza che studia il corpo umano si è evoluta rispetto alle spiegazioni di Galeno né la pratica medica è cambiata rispetto a quella del leggendario Ippocrate: non i loro inviti a rispettare i propri sensi, le evidenze logiche hanno caratterizzato il pensiero medico successivo, piuttosto l'arida ripetizione delle loro obsolete scoperte e tecniche aveva guidato per oltre 1500 anni il mondo medico. Il Rinascimento, però, è proprio il momento in cui vengono ripresi il pensiero ed il modello comportamentale classici, ed invece abbandonati i suoi effetti e dogmi: Vesalio guarda la Anatomia con i proprio occhi, come suggeriva Galeno, pur dovendone segnalare errori, e non adattava la sua osservazione a quella del maestro. Vesalio è fiammingo, nasce nel 1514 in Belgio, in una famiglia di medici importante e agiata. Studia a Parigi, dove descrive le lezioni del Silvio (quello dell'Acquedotto) pesanti e aride. E' di impeto curioso, da buon anatomista anche macabro, non sfuggendo a scorribande notturne in luoghi d'esecuzione e cimiteri, pur di procurarsi materiale per cui studiare. E' profondamente innamorato della professione medica, la più sacra delle arti, e ritiene indispensabile per meglio praticarla la conoscenza del corpo umano. Il suo interesse per la materia non veniva soddisfatto dal suo insegnamento, che consisteva in una pedissequa ripetizione delle lezioni di Galeno, effettuando 1-2 volte l'anno delle imprecise dimostrazioni anatomiche. Giovane brillante, inizialmente ben voluto dal suo illustre professore Silvio, si reca a Bologna e poi a Padova per continuare i suoi studi e diventare professore. Allora Padova aveva una atmosfera decisamente più moderna e ecumenica, per via della vicinanza di Venezia, più pronta a ricevere le sue scoperte. Con molta solerzia, dopo decine e decine di dissezioni anatomiche, cominciò a rendersi conto dell'errore principale dell'anatomia che veniva allora spiegata: le osservazioni di Galeno vennero effettuate su cadavere di scimmia e non di uomo. Quindi diede una veste completamente nuova all'anatomia: risolse molte delle imperfezioni di Galeno, nei pochi anni di insegnamento a Padova diede una importante ventata di modernità, insegnando l'Anatomia ai tanti studenti, di nuova generazione, pronti a raccogliere i suoi insegnamenti e curiosi, e soprattutto si adoprò per scrivere un libro di Anatomia, completo di tante illustrazioni, le più famose Tavole, e con l'aiuto dei migliori addetti di stampa dell'epoca, a Basilea, prese corpo l'opera principale del secolo in Medicina. Anche se questo è stato l'inizio di un epocale cambiamento, giacché l'utilizzo di un metodo più scientifico, e la correzione della Anatomia furono di contributo fondamentale all'evoluzione degli studi sul funzionamento del corpo umano, non rappresentava però il passo fondamentale che in seguito trasformò non solo la scienza ma anche la pratica medica: l'associazione dell'organo, e della sua lesione, alla malattia. Da Vesalio iniziò comunque una veloce e continua evoluzione di scoperte, che ebbero in lui la molla principale e da lui il mezzo principale (le Tavole) per poter avvenire. Il mondo accademico non reagì bene a tale cambiamento, gli fu ostile nel momento in cui egli rivoluzionò tutto quanto si sapesse della Anatomia e da secoli veniva insegnato da anziani professori. Proprio l'università ed il mondo accademico, che tanto si traveste da innovatore per opera paziente di personalità come il Vesalio, non ebbe imbarazzo nel ripudiare la nuova scoperta e nel vedere in lui un cambiamento che avrebbe fatto crollare la traballante impalcatura accademica dell'epoca. Proprio dal Silvio, il suo maestro parigino, gli vennero le accuse principali, con delle invettive scritte che addirittura chiedevano la sua elminazione. Seccato da questa immaturità dei suoi contemporanei, abbandonò tout court il mondo universitario, e accettò il più prestigioso incarico dell'epoca: divenne medico di corte dell' Imperatore del sacro romano impero. L'allontanamento dal mondo scientifico, pur se per un prestigioso incarico che avrebbe costituito l'invidia di chiunque, per un medico scienziato quale lui fu rappresentò però una triste evoluzione, non ottenendo il successo e la soddisfazione sperata. Dopo aver lavorato a corte in Germania, in seguito in Spagna, alla morte di Falloppio provò a rientrare nella cara Padova per continuare a respirare la vita universitaria e scientifica. Sfortunatamente, di ritorno da un pellegrinaggio a Gerusalemme, morì nell'isola di Zante, e fu sepolto in una comune tomba mai più ritrovata. Per la bellezza e importanza della sua opera, la sua mente, lo inseriamo a ben donde come figura fondamentale del mondo rinascimentale, primo protagonista del profondo rinnovamento che stava avvenendo nel mondo scientifico da quell'epoca e che non sarebbe più stato interrotto fino ai giorni nostri.
venerdì 27 novembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento