lunedì 26 aprile 2010

Arthur Schnitzler - Doppio Sogno

..E a passo lento e incerto si diresse verso l' Istituto di Anatomia Patologica attraverso i ben noti cortili. Trovò il portone aperto e non dovette suonare il campanello. Il pavimento di pietra rimandava l' eco dei suoi passi mentre attraversava il corridoio rischiarato debolmente. Un odore familiare, in certo modo domestico, di sostanze chimiche di ogni genere, che copriva le esalazioni proprie di quell' edificio, avvolse Fridolin. Bussò alla porta del gabinetto istologico, dove poteva supporre che si trovasse ancora qualche assistente al lavoro. Dopo un "avanti" un po' brusco, Fridolin entrò nella stanza dal soffitto alto e illuminato addirittura con sfarzo, al centro della quale, appena sollevato l'occhio dal microscopio, come Fridolin s'era quasi aspettato, si alzò dalla sedia il dottor Adler, suo vecchio compagno di studi e assistente dell' istituto.


..che altro si potrebbe fare a mezzanotte in queste sacre sale?..


.."ti trattieni ancora?" chiese Fridolin.

"Ma naturalmente," rispose il dottor Adler "queste sono le ore più belle per lavorare -all' incirca da mezzanotte all' alba. Per lo meno si è abbastanza sicuri di non essere disturbati".


..il corpo che giaceva alle sue spalle nello stanzone a volta, al lume delle fiammelle a gas oscillanti, ombra fra le ombre e come quelle oscuro e privo di senso e di segreto, non rappresentava per lui, né poteva rappresentare ormai, che il cadavere pallido della notte passata, destinato irrevocabilmente alla decomposizione.

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