domenica 19 aprile 2009

Napoli, una Vita da Medico: VINCENZO MONALDI

Situato in uno dei punti più alti della città (e non è un caso, come vedremo) l'Ospedale intitolato a Monaldi è oggi uno dei principali della nostra città. La storia dell'uomo che gli ha dato il nome, però, non inizia a Napoli bensì in un piccolo borgo chiamato Monte Vidon Combattente, in provincia di Ascoli Piceno. Qui nasce, nel 1899 Vincenzo da famiglia di umili contadini. Dopo aver preso parte, giovane studente, alla prima guerra mondiale (ricevette anche una croce di guerra), conseguì a 26 anni la laurea in medicina dedicandosi immediatamente dopo alla ricerca nel campo della tubercolosi e delle malattie dell’apparato respiratorio. Nel primo dopoguerra affiancò all’attività medica anche quella politica,in un connubio che con i suoi pro e i suoi contro caratterizza tutt'ora la Sanità Italiana. Già da giovanissimo infatti era stato eletto, appena ventenne!, sindaco della sua piccola cittadina per il Partito Popolare di Don Sturzo. Nel 1948 fu invece eletto per la prima volta al Senato nelle liste DC e la sua carriera politica lo portò ad essere nominato Alto Commissario per l’igiene e la sanità. Da tale incarico fu chiamato, nel secondo governo Fanfani (1958-1959), ad essere Ministro della sanità, il primo nella storia della Repubblica. Sono state di sua iniziativa importanti provvidenze riguardanti l’opera della Previdenza Sociale, il trattamento economico dei malati e delle loro famiglie e la loro riqualificazione professionale. Parallelamente andava avanti la sua carriera medica: nell’Ottobre del 1952 la Facoltà Medica dell’Università di Napoli lo chiamava a coprire la Cattedra Ufficiale di Tisiologia ed è proprio a Napoli che continuò le sue ricerche, ricevendo prestigiosi incarichi, tra cui spicca ovviamente la direzione dell’Istituto sanatoriale "Principe di Piemonte", dove fondò, diresse e valorizzò la Scuola di specializzazione in tisiologia. Questo sanatorio è l'attuale Ospedale Monaldi e la sua posizione, come detto all'inizio, non è casuale: all'epoca infatti si ritenne necessario costruire un ricovero per malati di TBC in un luogo dall'aria salubre e la parte alta della città di Napoli sembrò essere la migliore da questo punto di vista. Nel frattempo fondò la rivista "Archivio di tisiologia" e, nel campo della ricerca sulle patologie della tubercolosi, ricevette apprezzamenti anche fuori Italia: fu infatti nominato membro della Reale Società di Medicina di Londra e di varie Accademie di medicina in Germania. Molti interventi terapeutici, noti ed applicati dovunque in quell'epoca, recavano il suo nome, come la toracoplastica antero-laterale e la detenzione progressiva per la cura degli empiemi. Ma il nome di Monadi è soprattutto legato al metodo dell’Aspirazione Endocavitaria che divenne uno dei presidi più importanti per la cura della TBC: essa consiste nella fissione attraverso la parete toracica di un sondino che penetra in una caverna sotto la guida dello schermo radioscopico, collegato ad un apparecchio aspirante. L'aspirazione drena il materiale patologico intracavitario all'esterno, e favorisce la cicatrizzazione che spesso è completa. Di forte e convinto credo cattolico, intese la sua attività al servizio della scienza e del prossimo: significativi al proposito alcuni passaggi del suo testamento spirituale, quando parla del "patrimonio di ordine scientifico, umano e cristiano" costituito lungo la sua vita "in un’ansia perenne di elevazione culturale, professionale e spirituale per il bene dei nostri fratelli sofferenti e per la gloria di Dio". Ritiratosi dalla vita politica, sempre vicino alla Scuola da lui creata, morì a Napoli nel 1969.

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